I trasferelli,
prodotti a partire dagli anni ’60 dalla britannica
Letraset, nascono con scopo tipografico ma si diffondono presto anche per uso non professionale anzi ludico, con gli "
Instant Pictures" ed "
Action Transfers" dedicati ai bambini. La risposta italiana furono i
trasferelli R41 e sfido chiunque bambino o ragazzo degli anni ’80 a non ricordarseli. Quanti titoli a caratteri cubitali sulle pagine del diario, quanti biglietti da visita autoprodotti, quante cornicette di inutili xxxx e yyyy e jjjj ma soprattutto che incredibile scoperta quando capii che potevo usarli anche sul muro, sulle mattonelle del bagno e sullo specchio.
Ormai sono estinti a quanto pare, del resto oggi la grafica è roba da pc. Ma quella dimensione di artigianalità, la tecnica, quella stratificazione di segni lettere e inchiostro, la profondità e lo spessore del lavoro finito, passa attraverso le mani.
Io non vedo l’ora di ricominciare a sfregare la matita sul foglio di acetato, e tu?